venerdì 30 aprile 2010

Un confronto tra eolico e nucleare

In un precedente post sulla questione dell’Alcoa (Ma la vicenda dell’Alcoa ci insegnerà qualcosa sui prezzi dell’elettricità?) un anonimo ha commentato: «Il nucleare è inutile e costoso, con qualche torre eolica si potrebbe risolvere il problema dell'energia x la produzione dell'alluminio all'Alcoa».
È una argomentazione che fa cadere le braccia, ma evidentemente solo a chi ha qualche conoscenza sulle tecnologie energetiche. Conoscenze che però sono molto poco diffuse, e non solo nell'opinione pubblica meno informata.

Ne ho avuto un ulteriore esempio proprio oggi.
Ho assistito ad un incontro pubblico (organizzato a Roma dalla Fondazione Ugo La Malfa) sulla crisi greca e le relative problematiche europee. Roba di cui so poco e che ho trovato molto interessante, ma difficile da seguire, anche perchè erano tutti economisti di elevato livello. Nel pubblico c’era un ingegnere (solo così si è definito, a parte il nome) che è intervenuto con osservazioni molto puntuali, possibili solo per un buon conoscitore di mercati finanziari. A fine dibattito abbiamo scambiato qualche commento e ho fatto "casualmente" cadere il discorso anche su questioni energetiche, tra le poche su cui non rischio di sembrare uno sprovveduto. Essendo lui un ingegnere (ma non so di che tipo), scioccamente ho pensato che dovesse essere competente anche di energia. Invece mi sono trovato di fronte la stessa osservazione dell’anonimo commentatore del post sull’Alcoa. Anche lo sconosciuto ingegnere si chiedeva perché non si potenziasse l’eolico invece di parlare di nucleare, a parte gli aspetti paesaggistici che, comunque, a lui non creavano problemi.

Di nuovo mi sono cadute le braccia. Per cui mi pare opportuno fare almeno un paio di precisazioni sull’eolico, trascurando per una volta gli aspetti economici.

1.   L’eolico non può garantire in modo affidabile la fornitura di energia, soprattutto per potenze elevate, come sono non dico quelle di una cittadina, ma nemmeno quelle di una singola fabbrica come l’Alcoa. Che ha bisogno di parecchia energia per un numero programmabile di ore e continuativamente per un numero programmabile di giorni. E il vento non soffia in modo garantito né per giorni e neppure per ore.
Ovviamente è possibile utilizzare anche grandi potenze eoliche. Ma solo a condizione di disporre di una equivalente potenza prodotta da centrali di base (idroelettriche, a carbone, a olio, a gas o nucleari) pronte a fornire energia quando il vento non soffia o soffia troppo debolmente.
Negli USA e nei Paesi oceanici (Gran Bretagna e Spagna) stanno sperimentando la possibilità di mettere in rete una elevata potenza eolica, prodotta da centrali tra loro molto distanti, in modo da poter rendere affidabile almeno una parte dell'intera potenza (cioè avere la garanzia che produca in modo continuativo). L’idea è che se il vento non soffia in Georgia, magari in quel momento sta soffiando nel Kansas a 1.600 km di distanza, o in California (4.000 km). E l’industria eolica afferma che probabilmente la cosa sarà possibile. Ma in un futuro non meglio precisato e, in ogni caso, non senza una adeguata potenza di riserva da fonti fossili, o idroelettrica o nucleare.
Ma anche così, dato che la potenza ce la possiamo sbattere se non produce, se ho necessità dell'energia prodotta da 5.000 MW, per essere sicuro di averla disponibile con il vento, quanta ne dovrò installare? Magari 5.000 in Georgia, 5.000 in Kansas e 5.000 in California? Capirete che la cosa non è irrilevante né per i costi, né per la rete elettrica, che va interconnessa su dimensioni adeguate.
Infine, se il discorso è teoricamente possibile negli USA (e magari in altri Paesi di dimensioni confrontabili) è impensabile in Italia, e molto difficile anche in Spagna e Gran Bretagna (che, grazie all’oceano, hanno ben altre condizioni anemologiche delle nostre), dove comunque ci sono intere giornate del tutto senza vento. E guardate che non è che ne servano molte, di giornate senza vento, per mettere in crisi l'intero sistema. Ne basta una, come si è verificato a fine agosto 2009 in Spagna, dove per oltre 24 ore consecutive nemmeno una delle migliaia di pale eoliche del Paese si è mossa di 20 centimetri.

2.   C’è un piccolo particolare, quando si parla di eolico, che i profani ignorano e che l’industria eolica tende a tacere. Un particolare relativo alla potenza installata e all’energia generata che provo a spiegare.

Ipotizziamo che ci servano 120 miliardi di kWh elettrici. È più o meno il 25% del picco di domanda elettrica in Italia ed è esattamente quanto producono 16.000 MW nucleari, cioè 10 centrali da 1.600 MW che in un anno restino in servizio l’85% del tempo (mi tengo largo: in realtà il fattore di disponibilità delle centrali nucleari è superiore al 90%).
Quanta potenza eolica serve per produrre quei 120 miliardi di kWh? Ovviamente dipende da quanto tempo soffia il vento. Se soffiasse ininterrottamente per tutto l’anno (8760 ore) basterebbero 13.700 MW. Ma una centrale eolica, in Italia, resta in servizio al massimo per 1.500 ore (cioè, tra alti e bassi, produce l'energia equivalente a 1.500 ore di funzionamento a piena potenza). Lo afferma il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e sono costretti a confermarlo gli stessi operatori. Come fa ad esempio l’Enel in questo comunicato  ove si sottolinea con soddisfazione che i 161 MW eolici che la società gestisce in Sardegna (cioè nelle migliori condizioni italiane) generano in un anno 240 milioni di kWh. Che è appunto il prodotto di 161 MW (161.000 kW) per 1.490 ore.
Il che vuol dire che per produrre 120 miliardi di kWh elettrici con il vento occorre installare aerogeneratori per non meno di 80.000 MW, ma solo a condizione di metterli tutti nelle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia, gli unici due posti italiani dove si può sperare di avere un vento utile per circa 1.500 ore l’anno.

3 commenti:

  1. "ambientalismo mode on"

    ma l'italia ha una potenza installata di 100GW mentre la richiesta al picco è di 57GW, quindi bastano 80GW di eolico per fare tutto il fabbisogno italiano, non una parte!!!!!

    "ambientalismo mode off"

    incredibile, quando si vuole intortare la gente con ragionamenti inventato si trova sempre il modo.......il pregio del nucleare non è tanto il fatto che è buono etc etc etc, ma che SOPRATTUTTO si conoscono (alle volte si inventano) tutti gli aspetti positivi e negativi, per le rinnovabili invece no, si sanno solo quelli positivi.

    l'idroelettrico, è ottimo etc etc etc, ma farlo in amazzonia? si farebbe la terza centrale al mondo per potenza, ma gli sconvolgimenti climatici? i nativi? la solita miopia pseudo-ambientalista

    RispondiElimina
  2. Mi permetto una piccola correzione. Non basta installare 80.000 MW eolici sulle coste occidentali della Sardegna e della Sicilia per avere 120 miliardi di kWh. Perchè non è solo vero che , come dici nell'articolo, della potenza ce ne possiamo sbattere se non produce, ma anche dell'energia se viene prodotta nel momento sbagliato. Se gli 80 GW eolici si mettono a produrre a piena potenza dalle 23 di sera alle 5 di matina, non dico che di quell'energia ce ne possiamo sbattere, ma quasi. Ol vento possiamo un po' sfruttarlo, ma non metterlo al nostro servizio. Il nucleare invece si.

    RispondiElimina
  3. Una domanda da profano ignorante..Ma l'uranio quando finisce dove lo andiamo a prendere su di un'altra galassia dopo che avranno inventato il motore a curvatura???
    Una cosa è certa: se i politici non se smuovono.. TUTTI A PIEDIIIIIIIIIIIIIIIII!! con il cavallo e l'aratro....

    RispondiElimina

I commenti sono liberi e non moderati. Verranno solo eliminati quelli eccessivamente volgari o strumentali per fini estranei al blog e ai suoi argomenti.
L'unica preghiera è di firmare i propri commenti, anche solo con il nome.