giovedì 11 febbraio 2010

Un confronto tra costi di rinnovabili e nucleare

Il 2009 è stato un anno eccellente per le fonti rinnovabili, che sono arrivate a coprire il 20% del consumo interno lordo di energia elettrica, rispetto al 16,5% del 2008. Ha contribuito la crisi economica che ha indotto una sensibile riduzione della domanda, ma l’incremento delle singole fonti non è stato da poco. Con la geotermia stabile, è aumentata la generazione eolica
(+35%), quella fotovoltaica (di oltre il 400%), quella da biomasse (+10%) e soprattutto quella idroelettrica.

I dati citati sono di fonte Autorità energia (Relazione del 29 gennaio 2010, pag 41).
Non sono ancora disponibili statistiche complessive sulla produzione da rinnovabili per il 2009, ma siccome ai dati sopra citati manca solo la geotermia, non si va lontano dal vero affermando che tale generazione nel 2009 è stata di 66.620 GWh (milioni di kWh).
Ottengo questa cifra sommando la generazione 2009 riportata nella relazione dell’Autorità (eolico 6.600 GWh, biomasse 6.500 GWh, solare 1.000 GWh, idroelettrico 47.000 GWh), e aggiungendovi 5.520 GWh geotermici (la produzione 2008, che non dovrebbe aver subito variazioni).

Dunque 66.620 GWh così suddivisi per fonte: 70,5% del solo idroelettrico; 8,3% geotermoelettrico; 10% eolico; 9,7% biomasse; 1,5% fotovoltaico.
Queste fonti (escluso il grande idroelettrico – cioè la voce di gran lunga maggiore, che non è sovvenzionata, e in parte anche il geotermico, che è sovvenzionato solo per gli impianti di recente ammodernamento) ricevono varie forme di incentivazione. Che stanno diventando davvero pesanti.

Afferma il presidente dell’Autorità, Alessandro Ortis, nella relazione sopra citata:
«È stimabile che il costo totale per l’incentivazione delle sole fonti rinnovabili (escluse quindi le assimilate) abbia superato i 2 miliardi di euro nel 2009. Una stima dello sviluppo di tale costo – legata all’eventuale raggiungimento degli obiettivi europei attribuiti ai vari Stati membri per il 2020 ed elaborata dall’Autrità tenendo conto di alcune ipotesi pure ragionevolmente ottimistiche (quali il raggiungimento del potenziale massimo teorico di realizzazione delle rinnovabili o una incentivazione decrescente nel tempo) – porta a ipotizzare che la spesa possa aumentare a circa 3 miliardi di euro/anno nel 2010, a più di 5 miliardi di euro/anno nel 2015 e a circa 7 miliardi di euro/anno nel 2020 (di cui oltre 3,5 miliardi di euro per l’incentivazione di 10 TWh di energia elettrica da impianti fotovoltaici).
Rischiano dunque di emergere, nel medio termine, evidenti problemi di sostenibilità economica degli attuali meccanismi di incentivazione posti a carico dei consumatori; ciò suggerisce una necessaria rivisitazione dal complesso degli stessi meccanismi».

Senz’altro alcuni correttivi all’incentivazione delle rinnovabili verranno apportati nei prossimi anni.
Ma qui vengo al punto sul nucleare.
Infatti tutti coloro che protestano sul suo rilancio in Italia, negli ultimi tempi insistendo in modo particolare sul fatto che si tratterebbe di una tecnologia eccessivamente costosa, sono gli stessi che si rendono conto che senza succulente sovvenzioni il mercato delle rinnovabili crollerebbe, e quindi insistono che tali sovvenzioni non vengano toccate se non in modo marginale.

Ora, ho detto e ripetuto più volte che lo sviluppo delle rinnovabili è necessario. Per molti motivi, ma nessuno che abbia a che fare con l’economicità e con la competitività dell’industria italiana. Per cui se qualcuno dicesse avanti con le rinnovabili E con il nucleare, non avrei da obiettare.
Ma, se permettete, proprio non ci sto a sentire il solito ritornello che il nucleare è costoso dagli stessi che inneggiano alle rinnovabili (per il rilancio dell’economia, aggiungono sempre).

Ortis afferma che nel 2020 (prevedendo incentivi che, rispetto agli attuali, gradualmente si riducano del 50%) pagheremo 3,5 miliardi di euro l’anno per incentivare 10.000 GWh prodotti dal fotovoltaico. Che rappresentano l’energia che una sola centrale da 1.600 MW (quelle proposte da Enel) genera in meno di 9 mesi ad un costo inferiore ai 5 miliardi di euro una tantum. Senza dimenticare che per il fotovoltaico stiamo parlando degli incentivi che vengono pagati da tutti i cittadini nelle bollette, ma non abbiamo considerato i costi iniziali di installazione. Che vanno aggiunti.
Tali costi certamente diminuiranno (e forse drasticamente) nel prossimo decennio, ma mai fino ad arrivare al livello del nucleare per unità di energia prodotta. Intanto, la costruzione dei 1.200 MW fotovoltaici previsti dal DM 19 febbraio 2007, che abbiamo quasi finito di installare, ci sono costati qualcosa che varia tra i 6 e i 7 miliardi di euro.

6-7 miliardi di euro per produrre ogni anno in modo solare e pulito, ma anche incostante e aleatorio, circa il 15% (quindici) dell’energia prodotta nell'anno da una centrale nucleare da 1.600 MW (che, ripeto, di miliardi ne costa al massimo 5 e una tantum).

3 commenti:

  1. Su molti siti ci sono opinioni contrastanti sui costi del nucleare.
    Vediamo cosa dice chi i conti li fa di mestiere.L' agenzia di rating Moody’s nel 2008 ha pubblicato uno studio sugli impatti finanziarr del nucleare. Interessante il confronto con le altre fonti energetiche sul prezzo finale del kWh, che ingloba tutti i costi reali (prezzi in centesimi di dollaro): gas: 120, carbone 112, eolico 125, fotovoltaico 295, nucleare 151. Dunque, a parte il fotovoltaico, il nucleare non conviene e per questo non si fa.
    Moody’s sottolinea che il problema del nucleare è l’obsolescenza tecnica e i costi in continua ascesa, mentre le tecnologie rinnovabili, al contrario, procedono velocemente verso tecnologie sempre più efficienti, semplici e riduzione drastica dei costi (già in atto).
    Viceversa il costo del nucleare è in ascesa vertiginosa, dovuta all’estrema complessitò tecnologica e al costo dei materiali, delicatissimi, che continuerà a crescere. Il MIT nel 2009 ha aggiornato il suo celebre studio sul nucleare rivedendo il costo, che per il nucleare è raddoppiato in soli 5 anni.
    Se i modelli sono opinabili, ora però disponiamo di dati certi.
    La centrale nucleare EPR di Olkiluoto (identica a quelle che Enel vorrebbe per l’Italia), approvata a 2,5 miliardi di euro nel 2002 dal Parlamento finlandese, venduta da Areva alla TVO al prezzo “chiavi in mano” di 3,2 miliardi nel 2004 (già aumentato prima della costruzione!) è già giunta a sommare 5,5 miliardi di euro, e siamo a poco più di metà della costruzione. Ammesso che riesca a essere completata nel 2013, con 4 anni di ritardo e un incalcolabile danno per la TVO, non costerà meno di 7-8 miliardi.
    Questa cifra è in linea con l’ultima offerta di Areva allo stato dell’Ontario, a luglio 2009, per due reattori EPR: 22 miliardi di dollari, circa 9 miliardi di euro a reattore. In un sito già nucleare, in un paese che già usa il nucleare. Figurati in Italia. Questi sono dati pubblici e certi, non previsioni di modelli, dunque finiamola di prendere in giro gli italiani con la favola del reattore EPR da 5 miliardi.
    La stessa Moody’s ha quotato il costo complessivo del reattore di III generazione a 7500 $ al MW, che ci riporta sempre a circa 9 miliardi di euro per un reattore EPR.
    A quesi costi, lo stato dell’Ontario ha sospeso il bando nucleare, ritenendo troppo elevato e non conveniente l’offerta.
    La verità è che la scelta italiana è puramente politica e va oltre qualsiasi convenienza economica che non sia a vantaggio di Enel ed EdF che di certo ne trarranno vantaggi, mica i cittadini italiani.
    (citazione da Enerblog.it)

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  2. Il costo di costruzione di una EPR da 1600MW proposta da ENEL è di oltre 4 Miliardi di Euro se paragoniamo le spese a Flamanville. In Italia c'è da aggiungere che i costi sono generalmente 2-3 volte superiori alle grandi opere della comunità europea (vedi ferrovia grande velocità). Un EPR di quella potenza ha bisogno di quantitativi d'acqua elevati per il raffreddamento ... ma soprattutto per la diluizione delle radiazioni. Già perchè si fa come per gli alcolici: l'acqua a stretto contatto con elementi radioattivi a sua volta contiene un fondo maggiore di radiazione che spesso viene diluito per raggiungere valori accettabili.
    I costi di una centrale nucleare variano in funzione della manodopera! se è cinese costa pochissimo (sarebbe vantaggioso) se manodopera Italiana ... con i costi della sicurezza ... bhe ... possiamo stare certi che andiamo oltre i 9Miliardi di Euro. In complessi cos' enormi è impossibile che vada tutto liscio. C'è chi sbaglia la colata di acciaio della cupola e deve rifare tutto ... e i costi aumentano ... il cemento non ha la consistenza di progetto e viene demolita la struttura ecc... BISOGNA PUNTARE ALLA GENERAZIONE DISTRIBUITA!
    Faccio notare un'altra cosa... paragonare il fotovoltaico al nucleare NON E' AMMISSIBILE, perchè sono due produzioni di energia elettrica DIVERSE: una fonte NON RINNOVABILE programmata (nucleare), l'altra fonte RINNOVABILE non programmata. Insomma sommiamo patate con mele perchè sono frutti?...

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  3. le patate non sono frutti

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