martedì 24 novembre 2009

Sicurezza EPR e informazione faziosa

Torno sul tema “informazione e nucleare” perché ho letto oggi una nota pubblicata dal giornale on-line Greenreport, che cita una vicenda di inizio mese, quando alcune Autorità di sicurezza nucleare hanno chiesto di migliorare il livello di sicurezza dei sistemi di “comando/controllo” dei reattori EPR attualmente in costruzione in Finlandia, in Francia e progettati in Gran Bretagna.
Quella di Greenreport è, a mio avviso, il classico caso di informazione ideologica contro cui ci si dovrebbe battere (vedi precedente post).

Il fatto è questo: secondo le Autorità di Finlandia, Regno Unito e Francia , i sistemi di emergenza delle centrali EPR hanno ancora delle parti in comune con i normali sistemi di gestione della centrale, cosa da evitare per garantire il massimo di sicurezza in caso di incidente. Pertanto le tre Autorità «hanno chiesto ai gestori e al fabbricante di migliorare la concezione iniziale dell’EPR» e, precisa il comunicato delle stesse Autorità «i gestori e Areva (la società che ha progettato e realizza le centrali – ndr) hanno convenuto di effettuare modifiche all’architettura del progetto dell’EPR, che saranno esaminate dalle Autorità di Sicurezza».

Tutto questo, secondo Greenreport, dimostrerebbe invece che la tecnologia nucleare degli EPR «sempre più non appare essere una tecnologia tanto avanzata, anche in termini di sicurezza».

Ora, di reattori EPR non ce n’è nemmeno uno in giro. Li stanno costruendo sulla base di studi e ricerche durati quindici anni. Il che rende un tantino curioso il tentativo di far passare come obsoleta questa tecnologia d’avanguardia (qualsiasi cosa si voglia intendere con questo termine: è di fatto la tecnologia del futuro). Ma la cosa rilevante è che la notizia dovrebbe essere: per il nucleare – caso unico nei sistemi industriali – ci sono delle specifiche Autorità indipendenti che controllano e vigilano affinché la sicurezza sia garantita al massimo livello possibile e nei minimi dettagli quando il progetto è ancora in corso d’opera.
Invece no, per Greenreport la richiesta di garantire una maggiore sicurezza vuol dire che il nucleare è insicuro. Che potrebbe essere tradotto: i reattori EPR (che, ripeto, ancora non esistono) sono insicuri perché devono esserlo per forza.
Se non è informazione ideologica questa! E attenzione al modo di fare informazione. Come confermano ciò che sostengono? Attraverso «un'analisi richiesta da Greenpeace a Helmut Hirsch, esperto indipendente di sicurezza nucleare». Non conosco il dott. Hirsch e magari è una persona serissima. Ma indipendente? Ve l’immaginate Greenpeace che chiede una consulenza ad un professore di fama noto per essere possibilista sul nucleare? E infatti Greenpeace sapeva bene cosa avrebbe risposto Hirsch, visto che è il fondatore di un gruppo ecologista (Gruppe Okologie) di Hannover, e che già nel 2005 aveva redatto per Greenpeace un rapporto sulle presunte carenze di sicurezza del nucleare. È evidente che per promuovere la squadra di calcio della Roma è bene rivolgersi ad un tifoso romanista, ma, per cortesia, poi non presentatelo come “indipendente”, nel senso di giudice imparziale rispetto al gioco dell’Inter.
Si può essere ambientalisti in molti modi. L’unico modo sbagliato è quello sempre e comunque fazioso.

3 commenti:

  1. forse è il caso di leggere qui
    http://it.wikipedia.org/wiki/European_Pressurized_Reactor

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  2. il ritardo del reattore epr in finlandia (e il RADDOPPIO dei costi) è in parte dovuto a questioni di sicurezza. 6 miliardi (e 8 anni) per costruire una centrale, non ti sembrano troppi? L'ultima finanzairia dell'Italia è da 4 miliardi per fati capire le proporzioni. Senza contare il fatto che NON è ancora stato scoperto un sito geologicamente sicuro per le scorie nucleari. L'uranio poi è un minerale sempre più costoso. E ce ne sarebbero tante altre da dire. Dovresti vergognarti!

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  3. All'anonimo commentatore vorrei far notare che le sue argomentazioni sono le solite cose buttate lì dagli ambientalisti non informati, così, per sentito dire (ci sono anche ambientalisti informati, che sostengono cose un po' diverse da quelle dell'anonimo con argomenti su cui discutere). Però un punto su cui gli oppositori al nucleare dovrebbero per decenza smettere di parlare è quello dei costi. A parte il fatto che i 6 miliardi citati dall'anonimo sono di dollari e non di euro (= 4 miliardi di euro) una volta spesi, nel caso del nucleare, quell'investimento vale per 40 anni e più. Invece che dire del fatto che noi italiani spendiamo oltre 5,5 miliardi di EURO L'ANNO per incentivare le rinnovabili, di cui circa 3,5 miliardi per il fotovoltaico e l'eolico, in cambio di una produzione di energia quasi trascurabile? Che dire che tra tante chiacchiere continuiamo di gran lunga a dipendere, per l'energia elettrica, dal gas e dalle importaszioni di nucleare estero, che paghiamo decine di miliardi di euro l'anno? Consiglio all'anonimo di leggersi il post, sempre di Crispi, sul confronto di costi tra eolico e nucleare.

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