venerdì 15 febbraio 2013

C'è una imprenditoria italiana ancora in grado di dare piacevoli sorprese. Il caso del mini-idro

[di Aldo Crispi] Su un giornale finanziario americano mi è capitato di leggere una news relativa all’acquisto di una piccola società francese (MJ2 Technologie, specializzata in particolari impianti mini-idro) da parte dell’italiana Sorgent.e, società con sede a Padova, attiva nelle fonti rinnovabili. La cosa mi ha incuriosito, perché non conoscevo la società (Sorgent.e non è nemmeno quotata in borsa) che nella news, a seguito di questa acquisizione, veniva definita “leader internazionale nel mini-idro”.

Turbina VLH in fase di montaggio e,
sotto, l'impianto completato
Ho quindi pensato ad una delle tante piccole e medie imprese che sono l’ossatura del sistema industriale italiano. Ma mi è bastata una veloce indagine on line per capire che ero fuori strada e che l’imprenditorialità italiana è ancora in grado di dare piacevoli sorprese.
Si tratta infatti di una azienda in cui investono fondi internazionali di prima grandezza (come l’americano Amber Capital), che realizza impianti di piccola taglia (fino a una decina di MW di potenza o poco più), ma lavora in decine di Paesi di tutto il mondo, in forte espansione, con progetti nell'energia (per circa 500 MW solo nell’eolico) ma non solo. In Brasile, tanto per dire, sta mettendo su una joint-venture per investimenti immobiliari da 1 miliardo di dollari.

L’aspetto interessante, nell’acquisizione della francese MJ2, è che Sorgent.e diventa di fatto titolare di un brevetto internazionale relativo ad una turbina mini-idro di nuova concezione, denominata VLH (Very Low Head), con potenza fino a di 500 kW, progettata per sfruttare bassissimi salti di acqua, da 1,5 a 3 metri, quasi senza impatto ambientale e realmente fish friendly, visto che i pesci passano senza troppi problemi tra le pale della turbina.

Si tratta di un tipo di impianto adatto a sfruttare situazioni che non vengono nemmeno considerate dall’idroelettrico convenzionale, il quale richiede forti dislivelli oppure gigantesche portate di acqua. Situazioni, quest’ultime, ancora frequenti nei Paesi in via di sviluppo, ma sempre più rare nei Paesi industrializzati, dove in ogni caso potrebbero essere sfruttate con molta difficoltà, a causa del rilevate impatto ambientale.

Invece salti di 1,5-3 metri, con portate di 10-20 metri cubi/secondo, si contano probabilmente a milioni nel mondo. E sono tutt'altro che rari anche nei Paesi più sviluppati, dove si possono realizzare anche al di fuori degli ambienti naturali (per esempio
in canali di irrigazione o negli acquedotti) o per soluzioni nuove suggerite da un minimo di fantasia (per esempio, batterie di turbine a valle di bacini idroelettrici esistenti). 
Sono già stati realizzati una trentina di impianti VLH, due dei quali in Italia: entrambi in provincia di Cremona, a Isola Dovarese e a Montodine. Il mercato però è aperto, non tanto in Europa (anche se MJ2 ha già firmato contratti per più di altri 30 impianti), quanto nei Paesi in via di sviluppo e in particolare – per ora –in Sudamerica.
Quella del mini-idro a basso impatto è però una tecnologia che dovrebbe essere presa in considerazione anche da noi, in ben altro modo di quanto non si faccia. Soprattutto dal punto di vista delle incentivazioni, ora che sembra passata la sbornia degli assurdi incentivi al fotovoltaico dovunque e comunque (con effetti che si faranno sentire a lungo, visto che al contribuente italiano il fotovoltaico per ancora molti anni costerà sui 10-12 miliardi l’anno).
 
C’è infatti un aspetto del mini idro che andrebbe sottolineato, ed è quello della minuta tutela idrogeologica del territorio, che la progettazione e la gestione degli impianti impone. Non nelle pianure urbanizzate e nelle foci strozzate presso il mare, dove si paga regolarmente il pegno del dissesto ogni qual volta la natura gioca pesantemente il suo ruolo naturale, ma a monte, dove è giusto operare per regolare le portate di piena e potenziare l’assorbimento naturale delle acque da parte del terreno.
 

Aldo Crispi
 

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