lunedì 4 aprile 2011

L'incidente di Fukushima e la catastrofe dell'informazione

Per lavoro sono obbligato a informarmi sull’evoluzione del mercato e delle tecnologie energetiche. In pratica, ogni giorno passo un paio d’ore a leggere comunicati e news di siti specializzati italiani e esteri, che dopo una certa esperienza ho così selezionato: 2 italiani, 6 esteri, più un paio di siti di agenzie internazionali.
Quelli italiani sono i siti di due agenzie specializzate: Staffetta Quotidiana e Quotidiano Energia. Due strumenti eccellenti per chi deve informarsi sull’evoluzione del mercato energetico dal punto di vista economico, normativo e industriale. Che tuttavia proprio non posso raccomandare, a causa di un piccolo, venale dettaglio. Per leggerli occorre abbonarsi, e l’abbonamento costa circa 1.200 euro l'anno, per ciascuno.

Ora, per me è un investimento di lavoro e va bene. Ma sono comunque soldi che risparmierei volentieri. Solo che non posso, perché (a mio modesto parere) non ho alternative.
Sto dicendo che in Italia non trovo una sola fonte di informazione liberamente disponibile che dia informazioni attendibili, cioè che siano un minimo verificate, adeguatamente inquadrate in un contesto più generale, che tengano conto anche degli aspetti economici e (soprattutto) che non si basino su presupposti ideologici.
Se ho ragione, ditemi voi su cosa si dovrebbe basare la “pausa di riflessione” che ora i cittadini italiani dovrebbero fare sul nucleare. Dove dovrebbero trovare le informazioni per riflettere?
Perché di una cosa sono assolutamente certo: il panorama dell’informazione italiana sull’energia è davvero desolante. Per molti motivi, ma in particolare perché avvilito da una totalizzante visione ideologica.
La cosa risulta evidentissima facendo un confronto con l’informazione di altri Paesi. Lo dico in generale, ma in questi giorni, relativamente alla vicenda giapponese di Fukushima, è di una evidenza davvero sconcertante.
Per chi poi, come me, ha come area di riferimento la sinistra e legge quotidianamente Repubblica  (sono abbonato) non ci sono parole.  Al punto che mi sto davvero domandando se possa essere serio e attendibile nella sua anima democratica e liberale un giornale (La Repubblica) che su un tema importante come quello dell’energia non solo si dimostra  ideologizzato e parziale, ma sembra con testardagine  impegnarsi per vincere la palma della disinformazione.
 Su questo punto qui la faccio breve, ma Repubblica dell’incidente giapponese ha per giorni parlato di apocalisse nucleare, arrivando a definirlo "peggio di Chernobyl” (in prima pagina! e con buoni risultati, direi, perché ora il paragone è dato per scontato da una moltitudine di blogger).

Intendiamoci, l’incidente di Fukushima è molto serio: lo è stato e lo è tutt'ora. Gravissimo, se fosse avvenuto  (per qualsiasi motivo) nell’ambito della conduzione industriale dell’impianto.
Ma nel contesto di un terremoto di magnitudo 9, il maggiore che abbia mai interessato il Giappone, il quarto per potenza mai registrato strumentalmente al mondo, con onde di tsunami che hanno raggiunto i 14 metri e fatto 20.000 morti… con impianti petrolchimici che sono esplosi, strade, ponti, ferrovie e dighe saltate, decine di migliaia tonnellate di prodotti chimici dispersi… in questo contesto  la drammatizzazione che ne ha fatto Repubblica (e la gran parte dei media italiani) è colpevole. Comprensibile solo  in un’ottica di demonizzazione del nucleare a tutti i costi. Alla faccia dell’informazione.

Per 20 giorni consecutivi hanno titolato in prima parlando di catastrofe e incubo nucleare, dovendosi ripetere il giorno successivo in attesa che la catastrofe avvenisse e l'incubo si materializzasse. Li vedo, quelli di Repubblica, ogni sera inginocchiarsi e pregare il buon dio di mandare finalmente il grande incidente. Quello che avrebbe davvero trasformato Fukushima in una seconda Chernobyl. Senza sapere che in ogni caso, anche nella peggiore delle ipotesi, non sarebbe stato possibile.
Ma è un dato di fatto che, allo stato delle cose, nel contesto del terremoto giapponese, gli incidenti ai reattori della centrale non hanno praticamente avuto conseguenze sanitarie. Al massimo potrebbero averne (potrebbero, perché quasi certamente non ci saranno) per una decina di operatori. Ma con 20.000 morti e una totale distruzione intorno?

Ripeto, non voglio svilire l’importanza dell’incidente. È però doveroso contestualizzarlo. Sia l’incidente sia le sue conseguenze radiologiche.
Addirittura hanno parlato di possibili effetti in Europa.  È facile dire “la radioattività è aumentata di 10.000 volte”, ma 10.000 volte una goccia d’acqua è pur sempre meno di un litro. Per capire di cosa sto parlando, per cortesia leggete le precisazioni sulla concentrazione della radioattività  fatte da Elena Fantuzzi, responsabile dell’Istituto di Radioprotezione dell’ENEA.

Per chi volesse seguire l’evoluzione dei fatti l’unica fonte attendibile resta l’Agenzia Internazionale sull’Energia Atomica delle Nazioni Unite (IAEA), che fornisce informazioni aggiornate quotidianamente.

Sulla disinformazione che ne è derivata, sul Web si trova senza difficoltà una serie numerosa di prese di posizione scandalizzate. Qui segnalo solo un sito interessante, dove con un po' di attenzione e molto scroll troverete anche numerosi riferimenti allo scandalismo tendenzioso di Repubblica e altri media italiani.

5 commenti:

  1. 1200 euro iva inclusa? per staffetta o quotidiano che, a veder bene, non è che siano poi tanto indipendenti...

    Fukushima: informazione ideologizzata? ma mica tanto... per giorni si era detto che non era successo niente e qualcuno non ci credeva.

    bene, qualcuno aveva ragione e qualcun'altro aveva torto.

    Più o meno di Chernobyl poco importa: cose del genere non devono succedere.

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  2. dopo aver letto il blog ho capito molte cose,sei uno sfigato di 46 anni che gioca a fare il bastian contrario per fare il figo dietro una tastiera,i tuoi argomenti a sostegno del nucleare sono risibili e tu sei un uomo di merda. Mi auguro che la tua famiglia (se ne hai una) muoia di un tumore provocato proprio da radiazioni,così imparerai a difendere cose più serie di una tecnologia antisociale e antiprogressista. Sei un pezzo di merda.

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  3. peppe croce, ma è lo stesso che dice tante scemenze su ecoblog o è (fortunatamente) solo un omonimo?

    per informazione idrologizzata rimando ad un interessante blog inglese, che ha raccolto la differenza fra quanto raccontato in europa e la verità dei fatti giapponesi
    http://jpquake.wikispaces.com/Journalist+Wall+of+Shame

    oltre ad un articolo di giornale, che evidenzia la differenza dei fatti da ciò che viene raccontato.
    http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2011/03/30/482150-memorie_giappone.shtml

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  4. bene bene bene caro il mio anonimo dei miei stivali!
    ma come, iniziare il tuo intervento sin da subito con minacce di una morte terribile alla (in ogni caso innocente) famiglia dell'autore di questo post?
    certamente ciò fà di te una persona estremamente sociale, socievole nonchè progressista!

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  5. Buongiorno.
    Mi scuso per riprendere un post di un anno fa, ma vorrei sapere quali sono i siti specializzati esteri che considera attendibili (sono in lingua inglese?), visto che non è il caso (per me) di spendere 1200 € di abbonamento ai siti italiani.

    Un piccolo commento sui commenti: perchè la gente parla sempre senza conoscere gli argomenti? In particolare, il post di Anonimo del 7 aprile 2011 è segno di profonda ignoranza, nonchè immotivato rancore (forse la vita non gli gira bene? Potrebbe essere dovuto alla stessa ignoranza)

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