domenica 17 aprile 2011

E, intanto, che fine ha fatto l'efficienza energetica?


Nel post di ieri ho provato a ricordare i motivi per cui la situazione energetica internazionale sta velocemente scivolando su una china davvero pericolosa per i Paesi che, come l’Italia, dipendono quasi totalmente dalle importazioni.
Da noi le beghe di Berlusconi & C. saturano il panorama informativo, ma anche così non è che segnali evidenti non arrivino alle tasche degli italiani.
A parte gli addetti ai lavori, secondo me ancora nessuno si è accorto che è stato chiuso uno dei principali gasdotti che ci porta il gas dal Nord Africa, che le importazioni di petrolio dalla Libia si sono interrotte, che sono a rischio molte altre forniture di petrolio e gas e persino che il prezzo del greggio è arrivato oltre i 110 dollari al barile.
Però che il prezzo dell’elettricità e della benzina salga di continuo è sotto gli occhi (e le tasche) di tutti.
I consumi di energia nel 2010 sono saliti del 2%, ma la bolletta energetica è salita del 23%. Solo nel mese di aprile le bollette degli italiani sono aumentate mediamente del 3% ed è certo che nuovi aumenti ci attendono nei prossimi trimestri.

Il fatto che dipendiamo quasi totalmente dalle importazioni, in situazioni “normali” è costoso, ma può non essere drammatico. Ma in questa situazione, mentre sottostiamo alla spada di Damocle di eventi internazionali su cui non abbiamo alcuna possibilità di intervento, la cosa ci rende estremamente vulnerabili.

Possiamo fare qualcosa per aiutarci a ridurre questa vulnerabilità?
Molto poco. Ma poco è meglio di niente. E il poco che possiamo fare, ora come ora, credo sia solo sul fronte della riduzione dei consumi.

Da anni il governo ha preso l’impegno di varare una grande campagna di informazione sull’efficienza e il risparmio energetico. Invece le uniche campagne di informazione che vedo in giro, per quanto minimali, sono solo per tentare di lustrare l’immagine dell’invereconda politica nazionale. Tipo: normativa sulle case, sport e fair play, guida sicura, sostegno a distanza, incendi boschivi, turisti a quattro zampe, Napoli bella eccetera.
Di efficienza e risparmio energetico si sono tutti riempiti la bocca, ma in pratica non si è fatto niente. Ma proprio niente. Nè in modo propositivo da parte del Governo (pardon... dei Governi che si sono succeduti), nè da parte delle opposizioni, nemmeno per ricordare la questione, quantomeno.
Eppure si tratta di cose che potrebbero contribuire, oltreché a ridurre la nostra bolletta energetica, anche a raggiungere il traguardo del 17% delle fonti rinnovabili sui consumi finali di energia al 2020. Obiettivo irraggiungibile se affidato solo alle fonti rinnovabili.

Non è che io creda che una campagna di informazione per la decongestione del traffico urbano e per uno stile di guida più attento ai consumi sia sufficiente a ridurre in modo sensibile la domanda di carburanti. In questo è certamente più efficace l’aumento del prezzo della benzina. Ma informare sull’efficienza dei motori delle auto che si acquistano potrebbe aiutare. Come pure informare che ci sono molte semplici azioni che, pur non costando niente nemmeno in termini di comodità, hanno un sicuro riscontro positivo sui consumi. L’esempio più banale che mi viene in mente, per farne uno solo sui trasporti, è che anche il controllo della giusta pressione dei pneumatici riduce i consumi.

Ci sono però un mucchio di cose di maggiore impatto che, pur note, si stanno allegramente trascurando. Ad esempio l’adozione di lampade a basso consumo, l’attenzione a spegnere la decina di standby che ci sono in ogni abitazione e ufficio, uno sforzo per rendere utili le tariffe biorarie, il fatto che si possono fare due o tre piani di scale a piedi, la necessità di spegnere le luci negli uffici vuoti e via elencando. Le possibili opzioni sono davvero infinite.

Non dovrebbe essere difficile – nemmeno per l’attuale governo - capire che, in una situazione di grande incertezza e di prezzi dell'energia in salita, è meglio operare sulla domanda se si vogliono ottenere benefici a breve termine. Invece tutta l’attenzione (si fa per dire) è ancora sui problemi dell'offerta che, seppure importante, nell'attuale momento e nel contesto italiano non può portare alcun risultato di rilievo nè, tantomeno, prevedibile.

3 commenti:

  1. Sono assolutamente d'accordo. Si fa un gran parlare della necessità di aumentare la produzione di energia ma si presta poca attenzione agli sprechi. Ci si lamenta delle centrali nucleari perché fanno paura, ci si lamenta delle fonti rinnovabili perché sono inefficienti ma non ci si lamenta e (soprattutto) non non si fa nulla per cercare di ridurre i consumi. Vedo nel mio ufficio computer lasciati accesi anche di notte e nei week-end, negozi illuminati a giorno anche quando sono chiusi (solo per una questione di immagine), persone che comprano l'auto a gasolio perché consuma di meno ma poi la guidano come se stessero sempre correndo un gran premio di F1! Purtroppo il benessere ci ha abituati ad uno stile di vita poco consono ad affrontare i problemi energetici dei prossimi anni.

    RispondiElimina
  2. Ho scoperto solo oggi questo blog. Lo trovo chiaro, equilibrato e ben fatto. Complimenti.

    RispondiElimina
  3. Dani27020 ti dice che sei un cretino!!!

    RispondiElimina

I commenti sono liberi e non moderati. Verranno solo eliminati quelli eccessivamente volgari o strumentali per fini estranei al blog e ai suoi argomenti.
L'unica preghiera è di firmare i propri commenti, anche solo con il nome.