mercoledì 17 febbraio 2010

I progetti di mini reattori nucleari

Sull’evoluzione del nucleare meritano almeno un cenno i mini reattori. Cioè reattori “bonsai”, da poche decine di MW, che alcuni sponsorizzano in opposizione alla centralizzazione delle grandi centrali da 1000 – 1.600 MW, altri perché potrebbero essere utilizzati in condizioni particolari, come, ad esempio, in zone isolate o in Paesi arretrati che non dispongono di reti elettriche adeguate a mettere in parallelo le centrali maggiori.

A loro favore si sono dichiarati persino alcuni ambientalisti “convertiti” al nucleare, che ormai cominciano a diventare decisamente numerosi anche tra quelli più noti.

Nel mondo è in servizio un gran numero di reattori nucleari di piccola potenza (da pochi MW a qualche decina di MW) per uso di ricerca. Fuori dei laboratori universitari e dai centri di ricerca i più piccoli reattori in servizio sono quelli utilizzati per la propulsione dei sottomarini (ne sono stati costruiti oltre 400 e 191 sono attualmente in servizio, con reattori di potenza fino a 150 MW nel caso di quelli russi della classe Alfa).

Vi sono diversi progetti di mini-reattori ad uso commerciale. Tra i più noti citiamo:
--  un progetto dei Sandia National Laboratories (uno dei maggiori centri di ricerca del Dipartimento americano all’Energia), con potenza di progetto da 100 a 300 MW
--  il reattore modulare NuScale (da 45 MW, anch’esso supportato dal governo americano)
-- i progetti di TerraPower (con potenza variabile da pochi MW ad alcune centinaia di MW, anche con l’ipotesi del torio come combustibile. È una tecnologia nota in particolare perchè su di essa ha investito Bill Gates, cosa, questa, sufficiente a suscitare interesse anche nel grande pubblico)
-- un progetto della Babcock & Wilcox per un reattore da 125 MW, che secondo gli analisti è uno di quelli con maggiore probabilità di sbocchi commerciali.

Di particolare interesse, per la sua originalità e semplicità, ci sembra però il progetto Hyperion (nella foto). Un reattore davvero mini (potrebbe essere messo in cantina: è un cilindro largo 1,5 metri e alto 2,5) in grado di generare 70 MW termici e 25 MW elettrici. Quanto basta per risolvere ogni problema di energia e di acqua potabile in un’area sottosviluppata con 10.000 abitanti. Di rilievo il fatto che si tratta di un reattore modulare, trasportabile su un camion, di estrema semplicità componentistica e, ovviamente, senza alcun tipo di emissioni inquinanti o ad effetto serra.
Inoltre è sigillato: dopo essere stato posizionato resta in servizio per 7-10 anni senza che lo si possa o lo si debba mai aprire nel sito. Una volta terminato il servizio il costruttore lo preleva, lo ricarica e lo riposiziona.
Finanziato con fondi privati, il porgetto è in fase avanzata di realizzazione, al punto che Hyperion ha già lanciato la richiesta di prenotazioni.

1 commento:

  1. Dal sito di hyperion si legge che costicchia 50 milioni di dollari per unità.
    Mettiamo che duri anche il massimo di 10 anni, mi sa che il suo uso in aree sottosviluppate non sia una grande idea... Altrimenti sembra tanto il gioco, e ben costoso, del somaro e della carota...
    Praticamente un nuovo modo per controllare lo sviluppo delle aree sottosviluppate.

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