martedì 26 gennaio 2010

Il tabù degli incentivi antinucleari

Venerdì scorso il NAO (National Audit Office, in pratica la Corte dei Conti della Gran Bretagna) ha concluso l’analisi della vendita di British Energy alla francese EDF. Dal rapporto pubblicato si evince che se il Governo inglese intende procedere alla realizzazione delle nuove centrali nucleari programmate (almeno una decina), è probabile (non certo, ma probabile) che debba ricorrere a incentivi pubblici. « Il governo – si legge nel rapporto – ha ottenuto un buon prezzo nella vendita della propria quota in British Energy. Tuttavia, è troppo presto per dire se questo consentirà al governo di assicurare che gli operatori possano costruire e gestire nuove centrali nucleari al più presto e senza incentivi pubblici».

In Gran Bretagna questa è solo una notizia, ma presumo che - per quanto sia solo una ipotesi - da noi  verrà rilanciata a sostegno delle tesi antinucleari. Infatti uno dei ritornelli spesso cantati dagli oppositori nostrani al nucleare è che si tratta di una tecnologia che richiede un investimento di capitali eccessivo, tale da non poter essere sostenuto da industrie private e che quindi necessita di sovvenzioni pubbliche. E con questo, secondo loro, il discorso si dovrebbe chiudere. Sovvenzioni pubbliche? Oddio: e il mercato? E la concorrenza? Ma scherziamo? Non se ne parla!
Sinceramente a me non interessa se sia possibile o no realizzare centrali nucleari solo con capitali privati. Pare che nel mondo ce ne siano alcune centinaia costruite senza sovvenzioni pubbliche (104 solo negli USA), che una decina siano in costruzione o programmate in Finlandia, Giappone, Stati Uniti e in un paio d’altri Paesi, e pare addirittura che svariate industrie italiane si siano dichiarate pronte a farlo. Quelli di Enel, ad esempio, devono essere completamente rincoglioniti, visto che si dicono pronti a costruirne ben 4 di centrali senza fondi pubblici (c’è da chiedersi come diavolo abbia fatto l’Enel a vincere il Platts Global Energy Awards 2009, in pratica il “premio Oscar” per la migliore operazione finanziaria dell’anno nel settore dell’energia a livello mondiale). Tuttavia, ripeto, non mi interessa.

Quello che mi chiedo è: che ci sarebbe di strano se anche ci fossero delle sovvenzioni pubbliche?
Ieri sono dovuto andare a Perugia (da Roma) e sono stato ben felice di percorrere una autostrada realizzata con fondi pubblici, senza i quali – sospetto – avrei dovuto sobbalzare per 200 km su un fondo di bàsoli romani. E se devo andare a Milano prendo volentieri il treno, ringraziando i fondi pubblici di rendermelo disponibile.
Perché chi trova scandaloso che per il nucleare si possano spendere dei soldi pubblici, chiede a gran voce che siano profumatamente sovvenzionate le fonti eolica, solare termodinamica, solare fotovoltaica, idroelettrica, da biomasse, marina e le eventuali altre che in questo momento mi sfuggono?

Leggo in uno studio realizzato da I-Com per conto di una associazione di aziende attive nel fotovoltaico, e presentato tre giorni fa a Roma, che per realizzare 9.000 MW fotovoltaici da oggi al 2020 occorrono investimenti di 29 miliardi di euro. Vuol dire che quelli di I-Com sono molto ottimisti, perché 36 miliardi sarebbe forse una cifra più realistica. Ma prendendo per buoni i 29 miliardi (più che totalmente sovvenzionati con fondi pubblici, nel senso che sono interamente pagati da tutti nelle bollette) si parla comunque di una cifra enorme, per una potenza (9.000 MW fotovoltaici) che in termini di energia prodotta corrisponde a circa 2.000 MW nucleari (che però costerebbero al massimo 10 miliardi, senza sovvenzioni, e funzionerebbero anche di notte). Eppure, ai nostrani antinuclearisti di cui sopra queste faraoniche sovvenzioni fotovoltaiche vanno bene, ma per il nucleare… ci mancherebbe!

Credo davvero che i nostri amabili ambientalisti vivano in un altro mondo. E non abbiano ancora capito che l’energia è il fattore fondamentale non solo dello sviluppo, ma anche della democrazia e della libertà in un Paese industrializzato. E concludo ricordando (credo che prenderò l’abitudine di farlo sempre) che in Italia paghiamo l’energia elettrica dal 30 al 50% in più della media degli altri Paesi industrializzati con cui pretendiamo di competere. Che i conti se li sanno fare. Non a caso utilizzano tutti l’energia nucleare.

3 commenti:

  1. Strano non ho sentito che le altre nazioni propendano per il nucleare, ma dalle informazioni che pervengono via via dalle stesse, sembra ci sia un lento procedere verso le rinnovabili. Vorrei vedere numeri e cifre che dicano la situazione attuale tra nucleare, rinnovabili, altre (petrolio - carbone) il loro trend di crescita in costi ed energia prodotta, in modo di dare una valutazione corretta del problema e non basata solo sulle chiacchiere.

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  2. Se si guardano i dati degli altri Paesi è impressionante il numero di progetti nucleari che stanno nascendo. Il fatto è che, da quello che leggo, si parla sempre e solo delle rinnovabili in positivo, e mai in negativo dal puntoi di vista industriale. Dell'America, ad esempio, si citano i grandi progetti eolici e solari che si propongono, ma poi non si dice che pochissimi vengo davvero realizzati. Inoltre ci si dimentica di dire che la capacità delle rinnovabili è teorica, non reale come quella del nucleare e del termico. Voglio dire che una centrale nucleare da 1000 megawatt può funzionare tutte le ore dell'anno (8760) mentre 1000 megawatt eolici funzionano dalle 2000 ore alle 2500 al massimo. Il confronto con i megawatt solari è più o meno lo stesso: 1000 megawatt fotovoltaici producono 4-5 volte meno elettricità di 1000 megawatt nucleari o a gas. Comunque sono daccordo con Lino. Sarebbe utile se venisse pubblicato qualche dato autorevole sul trend delle singole fonti

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  3. il trend è per un grande lancio delle rinnovabili, INDUBBIAMENTE tutti i paesi si buttano sulle rinnovabili, non perchè più economiche, ma perchè impianti più piccoli e quindi spalmi la spesa in più tempo, non perchè producono + energia, ma perchè iniziano a produrla da subito.

    in cina ad esempio è stato varato un progetto per 300GW di eolico, 300, non ho scritto uno zero extra, però ha anche varato un progetto 10x10 (al minimo, quando la cina dice 1 fa 100), cioè costruire 10 reattori nucleari all'anno per 10 anni (dal 2010 che si vanno ad aggiungere agli oltre 20 in costruzione)

    la germania punta tantissimo sul rinnovabile, anche la francia ultimamente punta tanto, però sono due binari separati, uno non intacca l'altro, visto che in europa c'è l'obbligo del 20% rinnovabile mentre per il resto puoi fare come ti pare, anche tutto rinnovabile come è la norvegia (tutto idro ma non è nell'UE), i progetti di costruzione di nuovi reattori sono in stagnazione, ma sono notizie dell'ultima settimana che svezia e slovenia stanno pensando a costruire nuovi reattori, e leggevo qualche mese fa che anche in portogallo si iniziava a pensare.....

    di contro repubbliche baltiche+polonia sono decise a fare AlMENO 3.2GW di nucleare in lituania, dopo che ingnalina è stata spenta a dicembre, un unico reattore che forniva il 70% dell'elettricità lituana e che spento provocherà un aumento del 30% sulle bollette

    c'è da ricordare poi, che moltissimi stati hanno completato il loro parco nucleare che ritenevano ottimale, la francia con l'80%, la germania col 20% circa, e via dicendo, però ora germania e spagna si accorgono dell'immensa cavolata di voler spegnere il nucleare e quindi sono tornati sulla loro strada, la spagna ha iniziato con garona, la germania non spegnerà in primavera 2GW atomo, che equivalgono ALMENO a 10GW di rinnovabili (non idro), e dico almeno visto che il vento ed il sole non sono programmabili.

    in america sono al vaglio 34 domande di reattori, la maggiorparte già accettate e si attende a breve l'inizio dei lavori.

    per altri dati guardate ad esempio
    http://www.world-nuclear.org/info/reactors.html
    o tutto il sito.......

    in funzione 436 372,600MW
    in costruzione 53 51,114MW
    programmati (si inizia entro 2 anni) 142 156,082MW
    proposti 327 342,905GW

    e nei proposti ci sono i 10 reattori italiani, mentre nei pianificati ci sono ad esempio i 4 reattori degli EAU


    il nucleare è in stagnazione (ultimi anni), nel senso che cresce poco, cresce pochissimo rispetto agli altri, ma avrà una ripresa mica da ridere.....

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