lunedì 21 dicembre 2009

Il fotovoltaico è necessario. Ma si sappia e si dica che non può ridurre le bollette. Anzi

In Italia il fotovoltaico ha raggiunto i 1.000 MW di potenza installati. Un obiettivo indubbiamente importante per l’industria di settore. Si tratta infatti di una tecnologia che dovrà svolgere un ruolo determinante per un futuro energetico a ridotte emissioni di CO2, soprattutto se la ricerca – come in realtà promette – ne ridurrà sostanzialmente i costi e continuerà ad accrescerne la flessibilità d’uso.

Tuttavia, allo stato attuale, è bene fare qualche puntualizzazione, perché l’entusiasmo per il sole a volte sembra produrre dei “colpi di sole” in grado di annebbiare le capacità di ragionamento di alcuni.

Ad esempio leggo solo oggi un articolo del Sole 24 Ore del 23 novembre in cui tal Marco Pinetti, organizzatore della manifestazione EnerSolar+ e Greenenergy Expo (tenutesi alla Fiera di Milano a fine novembre) enfatizza l’obiettivo del GW (gigawatt = 1.000 MW) raggiunto dal fotovoltaico.
«Ma perché è così importante aver raggiunto questo obiettivo?» chiede il Sole 24 Ore.
E Pinetti testualmente risponde: «Il GW è in media la potenza di una centrale nucleare, ma nel caso del fotovoltaico l’energia è pulita perché generata dal sole ed è a costo zero».
A costo zero?

Le rinnovabili sono necessarie
e senz’altro devono poter contribuire a soddisfare (in parte significativa, si spera) la domanda mondiale di energia. Ma si sappia e si dica che non potranno assolutamente ridurre le bollette delle famiglie e delle imprese. Semmai è proprio il contrario.

Quanto ci costa il fotovoltaico in Italia? Lasciamo le valutazioni personali e diamo la parola ai documenti ufficiali, in questo caso all’Autorità per l’energia.
«Per quanto concerne la valutazione dell’impatto sui clienti finali del sistema di incentivazione della produzione fotovoltaica – afferma l’Authority nel documento “Sistema delle incentivazioni delle rinnovabili ed assimilate operante in Italia” dell’11 febbraio 2009 - detto onere è stato pari, nel 2008, a circa 110 milioni di euro ed è stato stimato, a regime (vale a dire nel caso previsto di 1.200 MW installati entro il 2010), in circa 1 miliardo di euro/anno per un totale di 20 miliardi di euro in 20 anni; ciò a fronte di una produzione attesa inferiore allo 0,5% della domanda nazionale».

Non so se sono chiare le implicazioni di questi dati.Quindi consentitemi di precisare:

1)
 i 20 miliardi di euro nei prossimi 20 anni di cui parla l’Autorità non è il costo del fotovoltaico che installeremo in futuro, ma solo la spesa per incentivare i primi 1.200 MW che abbiamo quasi installato. A questo costo di incentivazione vanno aggiunte le spese sostenute per realizzarlo, il fotovoltaico, pari a oltre 7 miliardi di euro per i 1.200 MW finora installati.

2)  Poi c’è il costo dell’incentivazione dei MW fotovoltaici futuri. Che ovviamente va a salire. Nello stesso documento l’Autorità dichiara che l’incentivazione relativa al solo fotovoltaico ammonterà nel 2020 a oltre 3,5 miliardi di euro l’anno, in cambio di una produzione di circa 10 miliardi di kWh elettrici l’anno. Cui, anche in questo caso, devono essere sommati i costi di installazione

3)  Solo che per produrre 10 miliardi di kWh il fotovoltaico ha bisogno di almeno 6.500 MW di potenza, cioè 5.300 MW oltre i 1.200 già installati. Per la cui installazione sono necessari circa 35 miliardi di euro.

Alla faccia dei costi zero.
Vogliamo fare un confronto? Una centrale nucleare del tipo EPR, di quelle proposte da Enel, ha una potenza di 1.600 MW, costa dai 4 ai 5 miliardi di euro e produce oltre 12 miliardi di kWh elettrici l’anno.

Quindi, se installassimo 6.500 MW non con il fotovoltaico, ma con il nucleare, avremmo:
--  una spesa una tantum di 20 miliardi di euro al massimo (contro gli oltre 40 del fotovoltaico)
-- una generazione elettrica di oltre 50 miliardi di kWh l’anno (contro 10 del fotovoltaico)
-- un risparmio in mancati incentivi di 3,5 miliardi di euro l’anno.

Le cifre riportate si basano sul mercato 2009. La ricerca è molto attiva per ridurre i costi del fotovoltaico e aumentarne l’efficienza ed è sicuro che nei prossimi anni si avranno sensibili miglioramenti in tal senso. Tuttavia, ad essere molto ottimisti, entro il 2020 si può ipotizzare una riduzione del 50% sui costi dell’installato ed un aumento di efficienza di qualche punto percentuale. Il che porterebbe in parità la spesa del capitale iniziale, ma lascerebbe praticamente intatto il fatto che, a parità di costo, la produzione nucleare è cinque volte maggiore, senza spese per incentivi.

3 commenti:

  1. Grazie per la completezza dell'informazione, buon lavoro.

    RispondiElimina
  2. Ok, però per fare una centrale nucleare ci vogliono almeno 10 anni qui in italia (o vogliamo far finta che ecologisti/ambientalisti/comitati vari della domenica non esistano?).
    E poi mi pare che di questi tanto acclamti epr non ne esista nemmeno 1 funzionante ad oggi.
    Perché qui in italia dovrebbe filare tutto liscio? Non intendo circa incidenti simil catastrofici, ma solo in riferimento ai tempi di messa in esercizio e ai costi collegati; paragonati a quanto preventivato. Si rischia di fare una figura di m....

    RispondiElimina
  3. qui non si vuole fare una cosa che ti funziona domani......

    come la cina, ha iniziato a pensare ai suoi 100GW, ripeto 100GW di idroelettrico non ieri, ma una decina di anni fa, ed ora iniziano a funzionare....è un progetto sul lungo periodo

    RispondiElimina

I commenti sono liberi e non moderati. Verranno solo eliminati quelli eccessivamente volgari o strumentali per fini estranei al blog e ai suoi argomenti.
L'unica preghiera è di firmare i propri commenti, anche solo con il nome.