sabato 3 luglio 2010

Già molto numerose le centrali nucleari "galleggianti" nel mondo

La Russia ha annunciato il prossimo varo di centrali nucleari galleggianti.
Secondo quanto riferisce The Voice of Russia, nei Cantieri Baltici di San Pietroburgo è stata realizzata una chiatta predisposta per il contenimento di due reattori nucleari da 35 MW ciascuno. Del tipo utilizzati dai rompighiaccio a propulsione nucleare in servizio in Russia da circa 50 anni.

La base galleggiante è lunga 144 metri e larga 30 ed ha una durata di vita stimata in circa 40 anni. E presenta una lunga serie di vantaggi. A cominciare dal costo dell’energia generata, che è stimato pari a circa la metà del kWh prodotto da una centrale nucleare a terra, anche considerando i costi di smantellamento, infinitamente inferiori, e quelli delle infrastrutture ausiliarie ridotte, ad esempio per la trasformazione e il trasporto dell’elettricità, visto che le centrali possono essere situate a ridosso dei luoghi di utilizzo.
Inoltre, appunto, la centrale può essere rimorchiata presso qualsiasi località costiera, dove può elargire elettricità o calore o produrre acqua potabile. Si tenga peraltro conto che 70 MWe (equivalenti a 300 MW termici) sono sufficienti a coprire la domanda di elettricità e/o calore per usi civili di una città con 500 mila abitanti (calcolando un consumo medio non da Paese in via di sviluppo, ma italiano, pari cioè a circa 3.000 kWh/anno per famiglia).

L’unica osservazione che mi viene in mente è che è errato affermare che quelle russe saranno le prime centrali nucleari galleggianti. Certo saranno le prime realizzate per fornire energia ad usi civili. Ma alla fin fine che cosa sono, se non centrali nucleari galleggianti destinati alla produzione e distribuzione di energia, i centinaia di reattori installati sulle navi e sui sommergibili a propulsione nucleare?

Ho già avuto occasione di citare questi particolari reattori nucleari. Ma forse è il caso di ricordare che negli ultimi 55 anni sono stati realizzati oltre 400 sottomarini a propulsione nucleare, di cui un numero variabile tra 160 e 190 – i militari non sono il massimo nel fornire informazioni esatte! – sono ancora in servizio negli USA, in Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina. E inoltre un discreto numero di navi di superficie: 9 rompighiaccio (di cui 7 ancora in esercizio), 3 navi da trasporto (1 in esercizio), 1 nave per ricerche scientifiche, 14 incrociatori e 12 portaerei (tutte operative, 1 francese e 11 americane).

Da notare che la gran parte di questi natanti sono dotati di reattori di ben altra potenza rispetto ai 35 MW della nuova centrale galleggiante russa. Di regola, infatti sono dotati di uno o due reattori di potenza unitaria compresa tra i 100 e i 200 MW. Anzi, la portaerei USA Enterprise costituisce la più incredibile concentrazione di energia al mondo. Da circa 50 anni, infatti, solca i mari con a bordo 8 reattori da 120 MW cadauno, per una potenza effettiva imbarcata di ben 960 MW. Quanto basta per soddisfare la domanda elettrica per usi civili di oltre 7-8 milioni di cittadini italiani.

1 commento:

  1. Il nucleare quindi è stato prevalentemente utilizzato per ragioni militari ... chissà quanti investimenti i vari stati hanno dato per lo sviluppo di queste tecnologie, per poi essere "riciclate" nel civile. Tanta energia sprecata e soldi dei contribuenti dati inutilmente! L'Enterprise non si muove da sola (con quello che è costata) si muove con una flotta di navi di incredibile portata! Ma se questi soldi fossero utilizzati allo sviluppo socio economico del terzo mondo? o alla ricerca sull'ottimizzazione dell'utilizzo delle energie rinnovabili?

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