domenica 11 aprile 2010

55% italiani favorevoli a nuovi impianti nucleari

Accenture (una delle maggiori società di consulenza a livello internazionale) ha pubblicato in questi giorni i risultati di un sondaggio sulla percezione dell’energia nucleare condotto contemporaneamente in 20 Paesi, tra cui l’Italia. Una indagine evidentemente complessa, che ha richiesto davvero molto tempo per l’accorpamento dei dati e le valutazioni, visto che le interviste sono state effettuate nel novembre 2008.

Riporto qui le principali evidenze relative all’Italia (la brochure completa sull’indagine – in inglese – è possibile richiederla qui).

Il 55% del campione italiano è favorevole all’installazione di nuovi impianti nucleari e il 49% è accetterebbe che questi impianti siano costruiti nella propria Regione. Tuttavia il 56% opta piuttosto per l’installazione di nuovi reattori all’interno delle ex centrali esistenti.
Da un punto di vista più generale, però, dovendo fare scelte nette, solo il 10% del campione punterebbe esclusivamente sul nucleare, il 27% opterebbe per uno sviluppo congiunto di rinnovabili e nucleare, mentre il 63% preferirebbe solo le energie rinnovabili (tra queste: l’energia solare, eolica e idraulica sono tra quelle più “votate”, mentre è interessante notare che solo il 34% ritiene efficace la riduzione dei consumi).

Complessivamente, il supporto all’energia nucleare è cresciuto in Italia del 34% negli ultimi 3 anni, ma nello stesso tempo il 15% del campione è meno favorevole a questa scelta rispetto a 3 anni fa. Il 65% del campione ritiene che, alla fine, il nucleare svolgerà un ruolo importante nella futura produzione nazionale di energia elettrica.

Infine da sottolineare il ruolo dell’informazione, che resta decisivo: il 62% del campione italiano ritiene di essere poco o per nulla informato sulla strategia energetica adottata in materia di nucleare.

Non ho considerazioni da fare. Confesso che questo tipo di indagini mi lasciano alquanto perplesso, convinto come sono che nell’attuale società dell’informazione (nel senso di come viene fatta, l’informazione) siano sufficienti pochi giorni di forzatura televisiva di un qualsiasi evento, pro o contro il nucleare, per spostare una quota rilevante dell’opinione pubblica da un campo all’altro.

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono liberi e non moderati. Verranno solo eliminati quelli eccessivamente volgari o strumentali per fini estranei al blog e ai suoi argomenti.
L'unica preghiera è di firmare i propri commenti, anche solo con il nome.