domenica 28 marzo 2010

Piccole notizie, ma grande disinformazione

Mi sforzo di essere razionale. Ovviamente non posso essere io il giudice per stabilire se lo sono e nemmeno se ho gli strumenti culturali per esserlo. Però sono sicuro che mi sforzo di esserlo.
Per questo l’informazione ideologica mi fa letteralmente torcere le budella. Soprattutto quando a farla sono organi di informazione che pretendono di essere autorevoli e seri, che in campo giornalistico vorrebbe dire verifica delle fonti, confronto di dati, commenti basati su dati di fatto.

Beh! Oggi ho le budella del tutto attorcigliate. A causa di un paio di notiziole che, di per sé, sono robetta, niente di particolarmente significativo. Eppure proprio per questo a me sono sembrate il segno dell’ideologia più becera, quella cui non importa nulla di diventare addirittura stupida.
La prima notizia è sui ciliegi giapponesi. Che quest’anno (ho letto sull’Ansa, sul Corriere della Sera e sull’Unità, ma non so quanti altri giornali l’hanno riportata) sono fioriti – udite udite – con ben 6 giorni di anticipo rispetto allo scorso anno.
È questa la notizia? No, la notizia è che, secondo i giornali sopra citati, il motivo dello “straordinario” anticipo è l’effetto serra causato dall’uomo: «l'anticipo record di 6 giorni sul 2009 e di 13 giorni sulla media del dopoguerra la dice lunga sui cambiamenti climatici in atto» informa il Corriere. Senza peraltro precisare che tali cambiamenti climatici devono essere in corso da un bel po’ di tempo, visto che un anticipo simile della fioritura in Giappone si è già verificato nel 1955, 1959 e 1973. Come pure che, ovviamente, le fioriture non avvengono tutte lo stesso giorno alla stessa ora, ma con differenze di oltre un mese a seconda della zona, dell’altitudine e dell’andamento meteorologico (in Giappone la data ufficiale dell’evento è annunciata dai telegiornali per ciascuna singola località).
La seconda notizia l’ho letta su Repubblica di ieri, ma poi ho verificato che è stata data anche dalle agenzie Ansa e APcom e ripresa con evidenza da La Stampa e Il giornale (e chissà quanti altri: Beppe Grillo, ad esempio, nel suo blog ci è andato a nozze). Ed è questa: l’isola di New Moore, situata più o meno a un paio di km tra le coste dell’India e del Bangladesh, è sparita. «Inghiottita dal mare» titola Repubblica (che gli ha dedicato una intera pagina), precisando nel sommario: «Questi eventi sono legati al riscaldamento globale, alla crescita degli oceani e a catastrofi come gli uragani».

Sempre Repubblica mi ha informato che l’isola era alta sul mare circa 2 metri, e che il sollevamento del mare è di circa 3,5 mm l’anno: circa 10 cm negli ultimi 30 anni.
A quelli di Repubblica non gli è venuto il dubbio che 35 cm di sollevamento del mare dovrebbero avere qualche difficoltà a “inghiottire” un’isola alta 2 metri.
Possibile che non abbiano un po’ di senso critico? Un po’ di voglia di verificare quello di cui parlano? Possibile che è sufficiente che una notizia (anche una baggianata, come in questo caso) sia appena un po’ funzionale alla propria ideologia per darla con la massima evidenza (ripeto: gli hanno dedicato una intera pagina!) fregandosene se così fanno solo allarmismo, senza nessun distinguo, senza far vedere nessuna luce in fondo al tunnel?

A me invece il dubbio è venuto, e così ho scoperto (peraltro molto facilmente) che quella di News Moore era un’isola solo in senso tecnico, cioè di terra circondata dal mare. In realtà si trattava di un agglomerato di terriccio e sabbia formatosi dai detriti depositati dalle intricatissime correnti del grande delta del Gange, in una zona in cui gli isolotti di sabbia vanno e vengono con regolarità. New Moore si era formata agli inizi degli anni ’70 e, da isolotto, era poi cresciuta parecchio (circa 10 km quadrati) senza però mai stabilizzarsi e in via di lenta “sparizione” (erosione) da almeno un decennio. Niente a che vedere con i cambiamenti climatici.

Non sono sicuro che i giornali abbiano il pieno diritto di sostenere le loro tesi e/o ideologie (a parte quelli che lo fanno in modo esplicito, tipo l’Unità) invece di limitarsi a fare informazione . Però lo fanno. Ma quanti lettori hanno abbastanza competenze tecniche sugli aspetti ambientali per fare le opportune valutazioni? In questo senso credo fermamente che anche notiziole come queste, date in questo modo, costituiscano una grave forma di disinformazione da contrastare in ogni modo.

1 commento:

  1. :-) Come vedi la disinformazione regna sovrana non solo per il nucleare... :-)))
    Di giornalisti degni di questa "qualifica" mi sa che ce ne sono pochi pochi purtroppo.
    Oggi non si fa informazione, si fa gossip, si letteralmente crea la notizia in funzione del numero di lettori che deve attirare, il più alto possibile. Insomma, si sono venduti al mercato.

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