mercoledì 2 dicembre 2009

Un confronto sui costi tra eolico e nucleare

L’Agenzia internazionale per l’Energia (IEA) ha pubblicato in questi giorni la Roadmap sulla tecnologia eolica al 2050, ovvero cosa occorrerebbe fare per ottenere il massimo sviluppo eolico nei prossimi 40 anni.
Secondo l’IEA, impegnandosi davvero molto, da oggi al 2050 si potrebbero realizzare 2 milioni di nuovi MW eolici, necessari a coprire il 12% della domanda elettrica mondiale prevista per quella data.
L’investimento necessario è stimato in circa 3.200 miliardi di dollari, che fa una media di 1,6 milioni di dollari per MW.

Quest’ultima cifra tiene conto degli sviluppi tecnologici e delle economie di scala di cui indubbiamente l’eolico beneficerà, quantificati in minori investimenti per MW installato (rispetto ad oggi) di circa il 23% per gli aerogeneratori a terra e di circa il 38% per quelli in mare.
Ora, condivido il fatto che l’eolico sia necessario, anzi indispensabile. In particolare nei Paesi in via di sviluppo e ovunque non vi siano adeguate infrastrutture elettriche. Il Kenya, tanto per dire (con 31 milioni di abitanti ed una economia che è tra le maggiori dell’intera Africa sub-sahariana) ha attualmente una potenza installata di meno di 1.100 MW, cioè quasi 90 volte meno della potenza installata in Italia, che ha una popolazione solo doppia. Per elettrificare i villaggi kenioti mi sembra decisamente più realistico e preferibile puntare su centraline eoliche (o solari, geotermiche, a biomassa) piuttosto che fantasticare su grandi centrali a gas, a carbone o nucleari.

Ma nei Paesi industrializzati? Qui il problema non è se l’eolico è necessario o meno. Lo è per molte buone ragioni. Tuttavia, tanto per avere le idee chiare sulle scelte da fare, mi sembra comunque importante fare un confronto con i costi del nucleare.

Le centrali nucleari da 1.600 MW che intende costruire l’Enel in Italia hanno un costo previsto in circa 6 miliardi di dollari (4 miliardi di euro). Una cifra che molti considerano ottimistica, per le prime centrali. Ma si tratta di reattori poco più che prototipali, per cui vale anche in questo caso il discorso sull’innovazione e sulle economie di scala fatto dall’IEA per l’eolico. Quindi restiamo fermi a 6 miliardi di dollari (del 2009) per 1.600 MW nucleari, che tutto considerato, come media per i prossimi 40 anni, diventa una cifra non solo realistica, ma probabilmente penalizzante per il nucleare.
6 miliardi di dollari per 1.600 MW fa 3,75 milioni di dollari per MW. Un po’ più del doppio del costo medio calcolato dall’IEA per l’eolico da qui al 2050.
Solo che un MW nucleare produce dalle tre alle quattro volte l’energia prodotta da un MW eolico. Fatevi un po' di conti. Inoltre l'energia elettrica prodotta dal nucleare è anche di qualità incomparabilmente migliore. Una differenza, questa, che forse non vi sembrerà importante così, a parole, ma vi assicuro che il Pc su cui state leggendo non la pensa allo stesso modo. Lui, il Pc, alla qualità dell'energia dà un valore assoluto, perchè da essa dipende la sua vita.

Considerato che ho confrontato le migliori condizioni ipotizzate per l’eolico, con una situazione nucleare ancora penalizzante dal punto di vista economico (poiché,ripeto, i costi sono riferiti a reattori prototipi) direi che queste cifre è bene tenerle presenti, quando si riflette sull’opportunità o meno di tornare anche al nucleare in Italia.

2 commenti:

  1. cazzate. Le centrali nucleari continuano ad avere costi allucinanti anche dopo che sono costruite. Le pale eoliche girano da sole. Al massimo un po' di manutenzione ogni tanto

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  2. Sarebbe interessante anche che spiegassi come fa l'energia ad essere di qualità diverse...manco fosse vino...

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