venerdì 11 dicembre 2009

Rubbia, non proprio antinucleare

Il premio Nobel Carlo Rubbia è intervenuto ieri sera a al programma “otto e mezzo”, condotto da Lilli Gruber su La7, precisando il suo pensiero sul nucleare.
Sintetizzando molto, dopo aver chiarito che quello energetico è probabilmente il problema fondamentale dell’umanità, Rubbia si è detto convinto «che ci sono soltanto due fonti di energia che abbiano la capacità di alimentare la domanda di energia di oggi e anche quella di domani. Una è il solare, sia direttamente, sia indirettamente attraverso la biomassa, il vento e altre fonti rinnovabili, e l’altra è il nucleare». Ma, dal punto di vista tecnologico, ha aggiunto, «come credo che non sarà il solare di oggi, anche per il nucleare non sarà quello di oggi». E perciò, da scienziato consapevole, si è lanciato a sostenere l’indispensabile necessità, per l’Italia, di impegnarsi nella ricerca per sviluppare un nucleare del tutto sicuro, che non consenta usi impropri o militari. Cose, ha detto «tecnicamente del tutto fattibili».
E per l’immediato? Rubbia ha testualmente detto: «qualche forma di energia nucleare sarà necessaria».
Tutto ciò fa un po’ giustizia su quanti hanno voluto arruolare Rubbia nel carro degli antinuclearisti. Perché, messa così, la posizione di Rubbia è condivisibile. Eventualmente i dubbi di Rubbia restano sul fatto che si possa rilanciare efficacemente il nucleare in un Paese – per dirla con le sue parole nel corso di una puntata di “Annozero” dello scorso luglio – in un Paese che non riesce a far approvare dalle comunità locali nemmeno la costruzione di un termovalorizzatore.
Nessuno pensa che l’energia nucleare sia la panacea della questione energetica. E tanto meno che non occorra proseguire la ricerca per rendere i reattori più sicuri, efficienti ed economici. Come pure, nessuno dubita che per risolvere i problemi dell’umanità il solare e le altre fonti rinnovabili siano indispensabili.
Ma serve anche il nucleare. Sia perché intanto abbiamo bisogno di molta energia, e quella nucleare è l’unica fonte in grado di produrla nelle quantità e nella qualità necessaria, sia perché è urgente rilanciare un sistema di ricerca verso nuove tecnologie nucleari, cosa che è un tantino difficile da fare astrattamente, senza avere competenze acquisite sul campo e impianti su cui maturare esperienza reale.

Ricerca che peraltro è indispensabile anche per le fonti rinnovabili, come ha opportunamente ricordato Rubbia.
Non dimentichiamo che l’eolico, che è la fonte di maggiore successo, quella di cui vengono annunciate ogni giorno nuove grandi centrali e nuovi progetti, oggi copre solo l’1,5% della domanda elettrica mondiale.

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