lunedì 7 dicembre 2009

Proposta la propulsione nucleare come soluzione ecologica per le navi

La società cinese Cosco, gigante mondiale della navigazione marittima, ha proposto di adottare la propulsione nucleare per le grandi navi portacontainer.
I motori diesel delle navi sono responsabili di circa il 4% delle emissioni di CO2 a livello globale. Con l'obiettivo di ridurre tali emissioni, negli ultimi anni le società armatrici hanno introdotto gradualmente carburanti meno inquinanti e motori più efficienti. Ma non basta. E poiché sono in corso di approvazione vincoli alle emissioni sempre più stringenti, nel corso della China International Maritime Exhibition tenutasi i giorni scorsi a Shanghai, il presidente della Cosco, Wei Jiafu, ha appunto proposto la propulsione nucleare come la soluzione più ecologica.
Del resto si tratta di una tecnologia da oltre 50 anni ampiamente adottata per i sommergibili, ha sottolineato Wei Jiafu, annunciando che la Cosco è già in contatto con le autorità nucleari cinesi per sviluppare modelli di navi a propulsione nucleare.

Effettivamente dai tempi del celebre sommergibile americano Nautilus (1954) ad oggi sono stati varati oltre 400 sommergibili a propulsione nucleare. Non è che i militari largheggino in informazioni, ma stando a Wikipidia attualmente ne sono in servizio 191 (133 USA, 35 Russia 10 Francia, 8 Gran Bretagna e 5 Cina). Inoltre in Russia lavorano tra i ghiacci 9 navi rompighiaccio nucleari (nella foto una di esse, la Yamal), ed è in servizio anche una nave portacontainer a propulsione nucleare (la Sevmorput, varata nel 1988).

Sempre in Russia sono in costruzione le prime centrali nucleari galleggianti, cioè montate su navi. Si tratta di reattori di piccola potenza (35 MW, che è una piccola potenza solo confrontata con quella delle grandi centrali, perché 35 MW sono sufficienti a coprire la domanda elettrica di una città di 150.000 abitanti), la prima coppia dei quali dovrebbe essere completata nel prossimo anno o primi mesi del 2011 al più tardi. E ne seguiranno altre.
E per finire ricordo che in più occasioni sono stati proposti reattori nucleari di piccola taglia destinati alla cogenerazione, dove in questo caso l’interesse maggiore non è per la produzione elettrica, ma per la produzione di calore in zone molto fredde (Canada, Russia, paesi Baltici).

Insomma, mentre da noi si discute se fare o no una centrale nucleare, altrove si sta concretizzando una sorta di nucleare distribuito. In settori tecnologici molto diversi tra di loro, dai quali - ancora una volta - l'Italia rischia di esser tagliata fuori.

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