mercoledì 16 dicembre 2009

Copenaghen: documenti per il nucleare da Danimarca e OCSE

Al summit sul clima di Copenaghen i documenti e le posizioni a favore dell'energia nucleare sono stati innumerevoli. Anzi, per la verità non ci risulta che vi sia stata una sola posizioni ufficiale contraria.

Ne segnaliamo due che, per motivi diversi, ci sembrano di particolare interesse.

Il primo è un documento danese: parlando delle tecnologie da adottare contro il riscaldamento globale, cita le “tecnologie ecocompatibili”, aprendo al nucleare. Il piano danese propone un obiettivo ambizioso: il taglio delle emissioni globali di gas serra del 50% entro il 2050, e dell’80% nei Paesi in via di sviluppo. In particolare per i Paesi industrializzati è necessario il ricorso a tutte le opzioni possibili, tra cui, appunto, il nucleare.

Ancora più esplicita è la posizione del secondo documento, prodotto dall’OCSE, l'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico che raccoglie i 30 Paesi maggiormente industrializzati. In un intervento pubblicato sull’OECD Observer Luis Echavarri, presidente dell’Agenzia nucleare dell’OCSE, ha denunciato l’esclusione in passato del nucleare dall’elenco delle fonti ecologiche, e in particolare dai meccanismi di flessibilità di Kyoto: «È arrivato il momento di riconoscere il valore dell’energia nucleare per la riduzione delle emissioni di gas serra nel quadro legale e istituzionale da sviluppare a Copenaghen e oltre».

Echavarri ha avvalorato le sue argomentazioni con una serie di dati: l’energia nucleare finora ha permesso il risparmio di 60 miliardi di tonnellate di CO2 emesse nell’atmosfera; una futura espansione della capacità nucleare globale da 370 a 1.400 GW, poi, potrà far risparmiare 11 miliardi di tonnellate di anidride carbonica emesse ogni anno. «Queste quantità potranno contribuire massicciamente a raggiungere lo scopo prefissato di riduzione delle emissioni climalteranti» ha concluso Echavarri.

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