Riprendo questo blog dopo 6 mesi passati all’estero, negli States, per lavoro. E siccome il mio inglese non è ancora perfetto, mi sono imposto di non leggere nulla né scrivere nulla in italiano. Per cui ho abbandonato anche il blog. Ma devo riprenderlo per forza, per i molti (circa 2.000 lettori unici/mese) che hanno visitato energy-mix anche non aggiornato, e per i 43 che mi hanno scritto chiedendomi di continuare. E che ringrazio quasi commosso.
Lo spunto per riprendere mi viene dalla trasmissione “Porta a Porta” del 15 marzo, che Bruno Vespa ha dedicato al nucleare alla luce delle vicende giapponesi.
Di questa trasmissione mi ha colpito in particolare l’intervento di Antonio di Pietro. Interessante, dal mio punto di vista, perché è stato un esempio eclatante di come NON si dovrebbe parlare di cose serie, come l’energia, anche in un momento (forse, soprattutto in un momento) i cui ci si dibatte in vicende drammatiche.
Prima di proseguire mi sembra opportuno ricordare che sono politicamente di sinistra, che sono favorevole al nucleare in quanto ritengo che nell’attuale situazione mondiale sia indispensabile ricorrere a tutte (ma proprio tutte) le opzioni tecnologiche disponibili, e che l’obiettivo fondamentale (la priorità) per l’Italia sia di rimanere economicamente e tecnologicamente competitiva a livello internazionale.
Ora, è evidente che Di Pietro (che grazieaddio ha molta tenacia politica, un solido senso civico e molte competenze in fatto di giustizia) di energia non sa niente. Ne parla perché è a capo si un movimento politico e – giustamente – deve occuparsi di tutti gli aspetti di interesse della società e degli elettori. Cioè ne parla da politico e non da tecnico. Che va bene fino a un certo punto, perché, purtroppo per lui, tutti gli aspetti relativi all’energia sono prevalentemente tecnici.
Comunque,
da politico ha diritto di chiedere quello che chiede, e cioè che in tutte le cose che si fanno ci sia la sicurezza assoluta. Anche se a supporto di questa richiesta dice un mucchio di cose tecnicamente sbagliate.
C'è però una cosa, nel politico Di Pietro, che proprio non mi piace, soprattutto quando parla di energia. E cioè la
metodologia molto berlusconiana con cui lo fa.
Dice cose che fanno effetto, le dice senza fornire dati a supporto né quali siano le possibili conseguenze, le dice in modo roboante in TV ripetendole forte e spesso, e finisce lì. Come Berlusconi, appunto.
Cito testualmente quanto detto da Di Pietro a Porta a Porta:
«Credo che oggi ci siano le condizioni per poter dire che non conviene il nucleare sul piano economico, sul piano della sicurezza, sul piano dell’ambiente, sul piano della salute, e che ci siano altri sistemi alternativi per produrre la stessa quantità di energia nucleare con minori danni, più sicurezza e in maniera più economica».
La frase è bella, peccato che non sia vera. Certamente non lo è sul piano economico. Sul piano della sicurezza dipende da cosa si intende: infatti non è vera se si intende la sicurezza delle forniture energetiche, la sicurezza del sistema industriale, la sicurezza geopolitica del Paese. Anche sul piano dell’ambiente e della salute l’affermazione è discutibile, e certamente non è vera in assenza di rilevanti incidenti nucleari.
Questo è il punto. Ogni discorso contrario al nucleare si basa sull’ipotesi di rilevanti incidenti. Cosa tutt’altro che banale, anche perché, per contro, ogni affermazione pro-nucleare deve necessariamente basarsi sull’ipotesi che non avvengano incidenti rilevanti.
Su questo punto è sicuramente doveroso riflettere e dibattere. Personalmente credo che il nucleare sia necessario anche con i rischi che implica, e cercherò nei prossimi giorni (qui diventerei lunghissimo) di spiegare in dettaglio perché. Altri ritengono con ogni diritto il contrario.
Discutiamone dunque, ma
discutiamone, non facciamo i berluscones. Come invece fa Di Pietro.
Cito ancora, testualmente, quanto ha detto nel programma di Bruno Vespa:
«Se è vero come è vero che il petrolio e il metano finiscono prima o poi, è anche vero che anche l’uranio finisce prima o poi. Se è vero come è vero che dobbiamo comprare all’estero il petrolio, è anche vero che anche l’uranio dobbiamo comprarlo all’estero. Se è vero come è vero che una centrale nucleare produce un certo quantitativo di energia è anche vero che oggi come oggi ci sono tecnologie moderne e più avanzate come il solare, l’eolico, le biomasse, il geotermico in grado di produrre la stessa quantità di energia con minore danno. Se è vero come è vero che in Giappone c’è stata una forte e imprevedibile scossa di terremoto, è vero che anche in Italia ci può stare».
Di Pietro ha sparato queste affermazioni, e non ha poi aggiunto un solo dato di spiegazione. Ma nessuna di queste affermazioni è vera, nella sostanza di un corretto discorso energetico. Altro che «se è vero come è vero». Ma ne riparliamo punto per punto nei prossimi giorni.